Costa Adriatica

Il progetto relativo alla costa Marchigiana nasce quasi spontaneamente: sono nato e vissuto in Ancona, piccola città situata sulla costa al centro della regione, la maggior parte dei miei spostamenti (automobile, treno, autobus...) avvenivano lungo la costa.

La costa marchigiana si può considerare ormai un'estensione, quasi un'appendice, di quella che vene spesso definita come megalopoli Padana, cioè di quell'area urbanizzata in modo continuo da comune a comune con un annullamento totale delle aree naturali originarie (ridotte ormai a poche isole) e spesso con una forte riduzione delle aree agricole. La sensazione attraversando questa parte di territorio è la perdita dei confini tra i diversi comuni: sopratutto lungo le maggiori vie di comunicazione le periferie urbanizzate delle diverse città e paesi, si uniscono e confondono in immense zone di sviluppo artigianale, industriale, commerciale... spesso caratterizzato dal panorama del capannone. La costa adriatica è ha subito una trasformazione analoga, di unione delle diverse città e centri urbani che si affacciano su di essa, con la differenza che le periferie, sono caratterizzate non tanto da attività produttive quanto da elementi urbani necessari allo sviluppo turistico, così percorrendo la Strada Statale Adriatica SS16 ci si trova ad attraversare un continuum urbano composto da: alberghi (dal grande albergo a molti piani, alla piccola pensione a gestione familiare di due o tre piani), residenze private di diverse dimensioni ( dalla villetta bifamiliare al grande residence con decine di appartamenti), campeggi dalle varie fogge e dimensioni, altri edifici necessari al divertimento estivo; a questi si affiancano a volte anche piccole zone produttive o commerciali. Da Venezia a Pescara, rare e isolate sono le zone ancora non urbanizzate. Questa prima parte del progetto si rivolge in realtà a quell'ultimo tratto chiamato spiaggia caratterizzato da tutte quelle attrezzature e funzioni stagionali necessarie alle attività turistiche. La spiaggia e sopratutto il suo utilizzo antropico, a maggior ragione è continua senza alcuna interruzione (con l'eccezione forse delle foci dei fiumi); si tratta di una spiaggia uniforme (fatta eccezione per poche zone (Conero, Gargano...) è una spiaggia bassa, una volta caratterizzata dalle dune ora invece mantenuta e regolata con ripascimenti, pulizie stagionali, manutenzioni necessarie in seguito all'alterazione dell'antico equilibrio naturale che si era instaurato con le correnti e il trasporto delle ghiaie operato dai fiumi.

Lo sguardo del progetto si rivolge quindi verso il mare, scorgendo nelle varie stagioni e nei vari anni le diverse presenze che si pongono tra il mare la parte più stabile e consolidata di territorio che si affaccia sull'Adriatico.

Attrezzature balneari, residui trasportati dal mare, persone che godono o comunque fruiscono dei questa striscia continua di territorio che accomuna in intero versante della nazione diventano oggetto di osservazione, in una ricerca di come questo territorio di confine tra terra e mare sia, pur nella sua instabilità, abitato, utilizzato e reso produttivo.

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