Da qualche anno sto portando avanti questo piccolo progetto relativo alle aree industriali e artigianali: si tratta di uno studio del territorio e di come la produzione abbia nel dopoguerra fortemente cambiato il paesaggio delle Marche, regione della piccola e media impresa. La “zona artigianale industriale” nelle Marche è ormai caratteristica di quasi ogni centro abitato, infatti ogni comune ha sempre cercato di avere la sua zona industriale, anche i comuni più piccoli, hanno sacrificato parte del loro territorio (in modo più o meno corretto) alla loro zona di sviluppo produttivo vista come baluardo contro lo spopolamento, fenomeno presente dal dopoguerra. Le zone produttive hanno come edificio tipo il capannone industriale (spesso di tipo prefabbricato) circondato dal suo grande spazio di manovra e parcheggio per grandi automezzi. I capannoni sono quasi tutti simili, con una forma dettata più dalla funzionalità che da un gusto estetico; gli unici elementi caratterizzanti sono spesso parti funzionali: silos di stoccaggio, ciminiere, canne fumarie, condotti e tubazioni di impianti a servizio della produzione. Solo negli ultimi anni ’90 si sono cercate forme più originali, quando gli edifici produttivi sono diventati anche edifici di rappresentanza per l’azienda. Nelle mie immagini sono presenti diversi temi oltre alla mera descrizione territoriale: si ricerca il rapporto di queste zone con l’intorno, spesso ancora agricolo o con le emergenze storiche o naturalistiche; ancora capita spesso di trovare residui del precedente edificato, case coloniche, ormai inglobate nel tessuto della zona produttiva. Infine inevitabile è stato il confronto con i segni della crisi economica: lotti abbandonati, capannoni non finiti o comunque vuoti, spesso accompagnati da scoloriti cartelli che ne segnalano la locazione o vendita. Il progetto, ampio è ancora in fase di sviluppo, presento qui una piccola anteprima.